«Anna Magnani»
(Vincenzo Cerami - Carmen Consoli)
Da tegole e calcinacci,
verso la vita mi affaccio.
Indosso il cappotto di mio zio,
soldato scampato alla guerra.
Passando tra sfollati e ragazzini in festa
cerco la mia vecchia casa.
I nespoli abbandonati,
una acacia modesta.
Con un bacio apro la porta
ed ho in mente la faccia dell'Italia
coi denti stretti e il sangue che cola
ma il cuore di pietra.
Là dove prima vibrava un pianoforte
soltanto polvere e terra.
E mi sembra di udire la voce arsa di Anna Magnani
chee infonde speranza.
Foglie d'ulivo argentate
raccontano una Pasqua lontana.
Il tetto che quasi frana,
una rondine giace senza vita
fra una scarpa e un secchio.
Ed ho in mente la faccia dell'Italia
la stuatua grigia e vetra di Mazzini,
coi suoi lisi tacquini.
Là dove prima vibrava un pianoforte
soltanto polvere e terra.
E mi sembra di udire la voce arsa di Anna Magnani
che infonde speranza.
E mi sembra di udire la voce calda di Anna Magnani
che done una dolce melodia.
Thanks to Massimo Milazzo.
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